domenica 30 agosto 2009

BANANA REPUBLIC: LA COSTANZA INNANZITUTTO



Che siamo il paese delle banane, l'aveva ammesso l'anno scorso il Ministro Scajola, riferendosi proprio all'aeroporto di Fiumicino dichiarando che alcuni aeroporti peccano molto nella gestione; era inverno ma a quanto pare, anche in piena estate, l'aeroporto di Fiumicino fa "acqua" arrivando a conquistare la "maglia nera" europea per i ritardi nei decolli, seguito da quello cipriota di Larnaca e quello greco di Rodi e, udite udite, da Roma Ciampino; ottima performance, per ADR (Aeroporti Di Roma, la società che gestisce gli scali romani) e per i "baciati dalla dea delle privatizzazioni" che la controllano.



Secondo il Presidente dell'ENAC Vito Riggio, il problema riguarda soprattutto il personale di terra di Fiumicino che mostra un dato di insufficienza; per far fronte a ciò, Alitalia ed ADR hanno deciso di potenziare gli organici con 300 unità; dall'ultimo week end di luglio, un gruppo di dirigenti della nuova Alitalia ha affiancato impiegati ed operai ai check-in, ai bagagli smarriti, a caricare e scaricare bagagli (uno dei punti deboli dell'organizzazione della compagnia in questi giorni di maggior traffico), etc.



All'inizio di agosto, l'amministratore delegato Sabelli (che ha dato il proprio contributo sul campo assieme agli altri dirigenti), affermava che "le cose stanno andando molto bene".



Così bene che dopo qualche settimana, Alitalia è arrivata al 100% dei ritardi e proprio i tantissimi ritardi ed il caos dei bagagli smarriti, hanno spinto il ministro delle infrastrutture e dei trasporti (nonchè senatore nonchè sindaco di Orbetello, nonchè "impunibile"), Altero Matteoli, a dichiarare che "i disagi sono diventati inaccettabili".



Dettaglio tutt'altro che trascurabile è che stavolta non ci sono assemblee spontanee dei lavoratori su cui scaricare altrui responsabilità; da sottolineare che grazie al nuovo contratto CAI, si è riusciti a togliere qualcosa anche agli stipendi da 500 euro al mese (per part time imposto) oltre a diverse giornate libere l'anno per cui questi lavoratori ora, hanno 22 giorni di ferie l'anno contro una media nazionale di 28 ed una media europea di 34; da ricordare che si parla di gente che lavora anche la notte, ogni sabato e domenica (ha mediamente 6-7 week end liberi l'anno) e lavora anche a Natale, a Capodanno, a ferragosto e a Pasqua; dulcis in fundo i "patrioti" hanno ottenuto l'innalzamento dell'orario minimo per poter aver diritto al pasto per cui oltre allo stipendio da fame, non si ha diritto a mangiare; avevano ragione quando dicevano che non avrebbero lasciato i lavoratori in mezzo ad una strada: li hanno lasciati in mezzo ad un'autostrada!!!


Si tenga ben presente poi, che se manca personale, vuol dire che il personale in servizio svolge un lavoro maggiore a velocità maggiore ed è sottoposto a maggiore esposizione al rumore e a tutto l'inquinamento tipico di un aeroporto e, ci fermiamo quì che magari diciamo troppe cose che il "sistema dei giornalisti" per chi sa quale arcano mistero, dimentica o magari preferisce non dire.




Appare strano che sia l'ENAC a denunciare le carenze di personale della nuova Alitalia mentre sembra proprio che le organizzazioni sindacali che hanno contribuito al "salvataggio" di Alitalia, se ne stiano zitte e buone e anzi, accettino di buon grado che vengano ancora dismessi rami d'azienda e scali periferici (come da piano Air France?); proprio strano. Certo è che, malgrado Roberto Colaninno sia di sinistra, il centro sinistra sta conducendo una battaglia "vitale" (dopo il "dono" del TFR) per i lavoratori: l'eutanasia!!!












giovedì 27 agosto 2009

ALITALIA E CORTE DEI CONTI: L'INCHIESTA NEGATA?


Contrariamente a quanto scritto fino ad ora, ad interessarsi del crack di Alitalia, non è stata solo la Procura di Roma (solo a seguito della denuncia del Codacons) ma anche la Corte dei Conti; negli stessi giorni in cui la Guardia di Finanza acquisiva per ordine della Procura, i bilanci di Alitalia degli ultimi 10 anni (tra l'altro consultabili su internet), dalla sede della Corte dei Conti partiva una raccomandata diretta al ministro Tremonti nella quale si leggeva che la magistratura contabile «ha in corso accertamenti diretti ad acquisire elementi in ordine alle modalità con le quali è stata gestita la quota di partecipazione dello Stato in Alitalia spa, con riferimento ai criteri di sana gestione aziendale, a tutela dell'integrità del patrimonio pubblico».

Nel mirino della Corte dei Conti anche la cosidetta "manleva" introdotta con la modifica della legge Marzano con la quale si sollevano dalle responsabilità gli amministratori in carica dal 18 luglio 2007; il procuratore generale della Corte dei Conti aveva già messo sotto accusa "l'esclusione della responsabilità amministrativa-contabile di amministratori, dirigenti, revisori dei conti e pubblici dipendenti, prevista dal decreto legge sulla ristrutturazione delle grandi imprese in crisi"; secondo il procuratore generale si tratterebbe di una sanatoria che "delinea una poco comprensibile deroga a principi universali di buona e corretta amministrazione e, al di là di considerazioni tecniche di coerenza costituzionale, non può che destare viva preoccupazione". Per chi non lo sapesse, malgrado l'aut aut di Tremonti sulla salvamanager, l'articolo 3 della Legge n. 166 del 27 ottobre 2008 mantiene infatti la salvamanager.

La Corte dei Conti in sostanza chiede di sapere cosa ha fatto il ministero azionista di Alitalia per evitare il crack e chiede tutta la documentazione "in ordine alle direttive che il ministero dell'Economia e delle Finanze, in relazione al suo ruolo di titolare delle partecipazioni statali nell'Azienda, ha emanato nell'ultimo quinquennio ed ha indirizzato al rappresentante del Ministero nell'assemblea ed agli organi societari"; già cosa è stato fatto per evitare il crack?

La "sensazione" è che il principale azionista di Alitalia, Tremonti (
Légion d' honneur), abbia sostanzialmente lasciato fare al commissario Fantozzi (anche lui Légion d'honneur ) che avendo le idee ben chiare ha scaricato buona parte delle responsabilità del dissesto di Alitalia sul personale, accusandolo di essere "troppo ed eccessivamente pagato" e così la vendita di Alitalia è stata basata su esuberi e stipendi; peccato che dopo aver venduto Alitalia a CAI (ed averla fatta pagare agli italiani), lo stesso commissario si è implicitamente smentito; un pò come se qualcuno vendesse la vostra auto dicendo che ha il motore fuso e poi si scopre che in realtà mancava la benzina; un lavoro eccezionale! Il predecessore di Tremonti, Tommaso Padoa Schioppa, troppo impegnato coi bamboccioni d'Italia, sembrò disinteressarsi dei "bamboccioni d'Alitalia", diede fiducia per diverso tempo a Cimoli e lasciò che della vicenda si occupasse il sottosegretario Tononi (ex Goldman Sachs).

Già, come dimenticare Giancarlo Cimoli? La
Corte dei Conti si era già espressa sulle condizioni in cui erano state lasciare le Ferrovie da Cimoli ("il miglior amministratore possibile").

Non siamo noi a dover dire cosa ha fatto il Ministero del Tesoro per impedire il crack di Alitalia (anche se comunque avremmo una nostra idea tanto pronta quanto censurabile), certo è che nel frattempo qualcosa si è fatta: il "
lodo Bernardo" che limita l'azione della Corte dei Conti e si applica ai processi ai corso (Decreto Legge n. 103 del 3 agosto 2009); Alitalia: quest'inchiesta non s'ha da fare?

giovedì 20 agosto 2009

ALITALIA: INCHIESTE, SPECULAZIONI E SILENZIO




Procede l'inchiesta sul crack Alitalia; all'interrogatorio di Maurizio Prato, siamo riusciti a trovare traccia anche dell'interrogatorio di
Marco Zanichelli e Francesco Mengozzi; tracce per l'appunto, poichè l'inchiesta sul crack Alitalia procede in sordina, lontana dagli occhi, dalle orecchie e dalla mente dell'opinione pubblica; meno male che Alitalia era un'azienda pubblica!!!

Va ricordato che nel dicembre 2007 Maurizio Prato, erà già stato ascoltato dagli stessi magistrati in merito ad una misteriosa offerta di fondi americani per l'acquisto del 49,9% di Alitalia che aveva determinato una forte altalena del titolo (e a proposito del titolo Alitalia, come non ricordare le dichiarazioni di Prodi a cui seguì una perdita del 9% del titolo e l'ironica lezione di vendita di una Panda usata da parte della Litizzetto; strano che un ex Goldman Sachs come Prodi abbia bisogno delle lezioni della Litizzetto; via, tutto sommato potteve andar peggio visto che nel 1994 il titolo era riuscito a perdere il 40%; tornando ai gioni nostri ed alla vendita di Alitalia, ci sarebbero anche da ricordare, George Soros (ed è tutto un programma) e le voci di un coinvolgimento della Singapore Airlines ma, anche se la puzza di speculazione sul titolo Alitalia è molto forte, evidentemente non sta bene parlarne.

E' disgustoso il silenzio mediatico sceso sull'inchiesta che potrebbe far luce sul fallimento della compagnia di bandiera e sottolineo F-A-L-L-I-M-E-N-T-O; i media ci hanno disgustato con attenzioni morbose per tragedie famigliari, vicende che dovevano essere tutelate dalla privacy ed invece ci ritroviamo con madri e fidanzati sbattuti sempre in prima pagina mentre dell'inchiesta Alitalia....zero o poco più; alla faccia dell'azienda pubblica Alitalia ed alla faccia dell'informazione, dell''azienda pubblica RAI ( e di tutti i contributi pubblici che ricevono i giornali). Una grande azienda pubblica, strategica per l'economia nazionale va a puttane, quasi 10 mila dipendenti vanno in cassa integrazione per 7 anni (e poi chi arriva alla pensione bene, gli altri, si attaccano al tram), azionisti, obbligazionisti, lavoratori e contribuenti (attraverso il Ministero del Tesoro), la prendono in quel posto lì mentre i giornalisti, anzi, il "sistema dei giornalisti" che da anni scarica la responsabilità sui lavoratori, ora tace sull'inchiesta.

Gli azionisti, i contribuenti, i lavoratori, i cittadini tutti, possono sapere se è vero che Alitalia pagava 40 euro una bottiglia di Coca Cola? Si può sapere perchè è stato permesso ciò? Si può sapere chi ha firmato questi contratti? Si può sapere chi doveva controllare? Si può sapere quanto pagava le biro, i cioccolattini, la carta igienica, i copri water, i telini poggia testa, i bulloni, l'acqua minerale e tutto il resto un'azienda pubblica che è fallita e molto probabilmente è stata fatta fallire perchè così qualcuno aveva deciso oltre 12 anni fa???

Perchè il maggiore azionista (il ministero del Tesoro) durante la trattativa con CAI ha sostanzialmente delegato Gianni Letta così come durante il precedente esecutivo Prodi, ad occuparsi della vicenda era stato "Mister 20 milioni" Massimo Tononi (che come Gianni Letta e Romano Prodi ha lavorato per la Goldman Sachs che oltre ad essere socia di Mediaset nella Endemol, è indirettamente presente nell'azionariato CAI attraverso Atlantia Sp.a.?
Coincidenze, ma in certi casi le coincidenze potrebbero rivelarsi imbarazzanti, come ad esempio nel caso delle
telefonate ( in particolare nei giorni subito prima del fallimento di Lehman Brothers) tra l'AD di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein e l'oramai ex Ministro del Tesoro di G.W. Bush Hank Paulson (nonchè ex vice presidente di Goldman Sachs).

Ci sono troppe domande senza risposte nella vicenda Alitalia, sono state mezze verità, troppe menzogne, troppe omissioni ed il silenzio che circonda l'inchiesta che, va ricordato, è partita solo grazie ad una denuncia del Codacons.

Già, se oggi c'è un'inchiesta sul crack di Alitalia lo si deve al Codacons mentre per tutti gli altri, dalle istituzioni alla politica passando per i principali sindacati e senza dimenticare la magistratura (in passato la procura romana veniva indicata anche come "porto delle nebbie") la disinformazja del "sistema" dei giornalisti, la vicenda si doveva chiudere con il fallimento, con la svendita della parte buona, con ulteriori debiti a carico dello Stato e con una riduzione delle entrate fiscali (azionisti con sedi all'estero e primo tra tutti, lo stato francese, azionista di Air France, aerei in leasing e registrati in Irlanda, etc. etc.)
Alitalia è stata salvata??? 'sti .....!!!