domenica 8 febbraio 2009

"PRIVILEGI" ED IL TRIONFO DELLA DISINFORMAZJA


Da mesi e mesi, anzi, da anni, l’opinione pubblica è martellata (condizionata?) con una continua disinformazja di "notizie" e veri e proprio "scoop" come l’indimenticabile giorno di riposo che per i dipendenti di Alitalia è di 33 ore continuative o il “privilegio” di dormire due notti di fila alla settimana per non parlare poi degli stipendi da favola di cui abbiamo già detto.
Ci sono però una serie di “privilegi” che pur essendo (almeno potenzialmente) sotto gli occhi di tutti, non si parla. Eppure per notare un po’ di questi “privilegi” non serve lavorare in un’azienda del genere, basta un po’ di curiosità, qualche ricerca su internet, fare qualche viaggetto in aereo, andare in aeroporto un paio di volte; già, gli aeroporti.

“Gli aeroporti rappresentano un’attività di sicuro avvenire, che promette di crescere stabilmente nei prossimi anni perché non correlata al ciclo economico, e che in più garantisce margini di redditività sempre più elevati. dal 1991 al 2003 il tasso di crescità dei passeggeri degli aeroporti italiani è stato del 116% e, secondo stime degli operatori di settore, il flusso è destinato a raddoppiare ancora da qui al 2020.” (1).

Strettamente legata al lavoro nel trasporto aereo e nello specifico, nelle attività aeroportuale è, o meglio, dovrebbe essere, l’annosa questione dei lavori usuranti ma dello studio in materia, da anni al centro di buoni propositi e continui rinvii (2) (3), non se ne vede ombra. Anzi, dal Contratto Collettivo Assaeroporti del 26 luglio 2005 non si parla più di lavori usuranti; troviamo invece la legge pseudo Biagi; per le aziende del settore quindi, scompare una “rogna” e compare una manna. Per i sindacati “riconosciuti” perché firmatari di contratto collettivo, emerge invece un nuovo ruolo come intermediari nel mercato del lavoro?(4)

Se dal contratto, scompaiono i riferimenti ai lavori usuranti (e l’articolo 32 della
Costituzione si avvia a fare buona compagnia all'articolo 36 e ad altri ancora, nella toilette dei poteri forti), restano però i fattori di rischio dell’attività tipica dei lavoratori aeroportuali impegnati nelle operazioni di assistenza a terra degli aeromobili: inquinamento atmosferico, rumore, radiazioni, movimentazione manuale di carichi, vibrazioni, eccetera, eccetera.

L'inquinamento atmosferico produce effetti sanitari che vanno dall'aumento del rischio di tumore polmonare all'aggravamento di malattie acute dell'apparato respiratorio e cardiocircolatorio ed in base a quanto si evince da una recente ricerca, le polveri aerodisperse non si limitano a danneggiare le cellule somatiche, ma causano mutazioni genetiche nelle cellule germinali maschili che vengono ereditate dalla generazione successiva (5).


In generale il rumore, “può costare molto di più dell’udito; vi sono prove in base alle quali l’esposizione al rumore ha un impatto sul sistema cardiovascolare, provocando il rilascio di adrenalina, correlata allo stress, nonché un aumento della pressione sanguigna. Ciò significa che il rumore sul lavoro, anche a livelli assai bassi, può costituire fattore di stress legato all’attività lavorativa. Il rumore sul posto di lavoro incrementa anche il rischio di infortuni, in quanto in presenza di elevati livelli sonori risulta difficile per il personale udire e comunicare. Il rumore può anche interagire con sostanze chimiche, aumentando in tal modo il loro impatti sulla nostra salute. Inoltre, può costituire un fattore di rischio per donne incinte”(6); certo non ci vuole un esperto per rendersi conto che chi abbia a che fare con gli aeroporti, possa essere esposto ad “un po’ di rumore” .
Oltre alle radiazioni provocate dagli impianti di radioassistenza, troviamo le radiazioni ionizzanti connesse ai sistemi metal detector installati all’interno dell’aeroporto e all’eventuale deposito temporaneo e successivo trasporto di materiale radioattivo (ad esempio i radiofarmaci) che in alcuni aeroporti non sono esplicitamente esclusi tra le tipologie di merci transitabili (7).

“Le radiazioni ionizzanti sono delle particelle e delle onde elettromagnetiche dotate di potere altamente penetrante nella materia.
I tessuti più radiosensibili sono quelli ad elevato ricambio: pelle, midollo osseo (la fabbrica del sangue), le mucose, il feto o quelli particolarmente esposti perché superficiali e scarsamente vascolarizzati (occhio, testicoli....) perché "smaltiscono con difficoltà gli effetti della contaminazione radioattiva”. I tipi di risposta alle radiazioni ionizzanti da parte delle cellule possono essere la morte della cellula o le alterazioni del patrimonio ereditario sugli organi bersaglio quali:
midollo osseo: diminuzione dei globuli rossi (anemia), bianchi (con alterazioni delle difese immunitarie) e delle piastrine (con tendenze alle emorragie; aumento dei tumori del sangue (leucemie...);pelle: da semplici alterazioni all'aumento dei tumori;gonadi: sterilità, facilità all'aborto, aumento delle malformazioni, soprattutto del sistema nervoso centrale e dei tumori nei figli (leucemie)occhio: rischio di cataratta.E' quindi estremamente pericolosa l'esposizione durante la gravidanza.” (8)


L’INAIL cita la movimentazione dei carichi per facchinaggio (porto, aeroporto, traslochi, ecc.), magazzinaggio, conduzione mezzi meccanici movimento terra, trattorista, gruista, carrellista ecc. tra le principali lavorazioni da ritenersi a rischio di "sovraccarico biomeccanico" e considera meritevole di attenzione anche l’attività lavorative di addetto ai videoterminali; stabilisce inoltre che le vibrazioni trasmesse al corpo intero e la movimentazione manuale di carichi, fattori entrambi presenti nell’attività di operatore aeroportuale, rappresentano condizioni di rischio da prendere in considerazione ai fini del riconoscimento dell’origine professionale delle “malattie da sovraccarico biomeccanico”(9) e delle “malattie del rachide da sovraccarico biomeccanico” (10); l’analisi dei casi di patologie della colonna vertebrale denunciati all’INAIL confermano come tali attività debbano considerarsi a rischio quando svolte in maniera esclusiva o prevalente; il decreto sulle malattie professionali del 14 gennaio 2008, al pari di quello del 27 aprile 2004 (11) inserisce tali patologie nella lista I (gruppo 2), cioè quella contenente malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità.


“L’esistenza di specifici rischi lavorativi nei diversi contesti in cui vi è un largo ricorso alla forza manuale” viene ribadito da uno studio su “La movimentazione manuale dei carichi” commissionato dalla Regione Lombardia ed eseguito dal coordinamento tecnico per la prevenzione degli assessorati alla sanità delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano. Le affezioni croniche del rachide, che rappresentano una delle più frequenti cause di riduzione temporanea o permanente della capacità lavorativa, condizionano un elevato turn-over nelle mansioni maggiormente a rischio (12), con conseguente allontanamento e ridotta permanenza / esposizione dei soggetti ammalati nelle attività che comportano movimentazione manuale dei carichi, ribadite da un’indagine (13) sul caso specifico dei servizi aeroportuali nella quale le osservazioni condotte hanno confermato e dimostrato la grave nocività di alcune attività proprie degli operatori aeroportuali come il lavoro in stiva.


Per intenderci, la stiva è quella parte dell'aereo dove si trasportano bagagli, merci, etc.; nella foto (rigorosamente tratta dal web) si vede un operaio (OUA - Operatore Unico Aeroportuale) all'interno di una stiva di un aereo del tipo MD 80/82; il confronto coi finestrini dei passeggeri dovrebbe rendere l'idea degli spazi di lavoro; da privilegiati naturalmente.

Sempre per restare in tema di privilegi, come già detto, qualche tempo fa si paventò "il ricorso a una "soluzione amianto" di tipo previdenziale per ridurre di almeno mille unità il numero degli esuberi"; se vi è stata esposizione ad amianto per il personale di volo, si può escludere che non ve ne sia stata per il personale di terra? Si può escludere che gli "operai" non ne siano stati esposti? Qualcuno si è già "mosso" ma maggiori informazioni potrebbero togliere le inevitabili perplessità; ad ora, almeno in base ad una ricerca on line, qualche dubbio sull'esposizione ad amianto, non può non esserci.


L'amianto, va ricordato, provoca l'asbestosi ed il mesotelioma: l'asbetosi è una malattia che di fatto impedisce la respirazione o comunque rende molto meno efficiente l'ossigenazione, con effetti analoghi a quelli della broncopneumopatia cronica ostruttiva; il mesotelioma un gravissimo tumore che colpisce la pleura, il peritoneo (il sacco membranoso che racchiude l'intestino) e il pericardio; inoltre aumenta di 5 volte il rischio di carcinoma polmonare nei fumatori(13); come conseguenze va anche ricordato il tumore della laringe ed altri ancora; essere esposti ad amianto e non saperlo, sarebbe proprio da privilegiati; se poi si è fumatori, si è proprio dei super privilegiati.




Degni di nota anche i materiali compositi, usati in modo sempre più diffuso nella costruzione degli aeromobili e che non sembra proprio possano essere considerati terapeutici; costituiti da fibre di carbonio e di boro che a fronte di ottime caratteristiche meccaniche e fisiche, presentano inconvenienti di ordine sanitario e tecnico, soprattutto quando un aeromobile contenenti parti costituite da carbonio o boro, sia coinvolto in un incidente che determini incendio o esplosione. In tal caso le fibre si liberano e a causa della loro leggerezza si diffondono nell’aria, a distanza variabile a seconda del peso. I compositi in fibra di carbonio possono presentarsi in tre forme pericolose per la salute: solidi, polveri, e vapori. Almeno dal 1995, in caso di incidente ad un velivolo, l’USAF prevede che il personale impegnato debba usare tute impermeabili alle polveri, stivaletti e soprattutto guanti con palmo di pelle e il movimento dell’aereo incidentato o il trasporto delle sue parti avvenga come se lo stesso sia stato fatto oggetto di un attacco N.B.C. (Nucleare Batteriologico Chimico); le procedure sono quasi identiche (15).


Per i lavoratori turnisti non vanno sottovalutate la desincronizzazione degli orari dei pasti con conseguenti disturbi digestivi e, degli orari del sonno; la loro associazione con i disturbi del sonno è stata frequentemente sottolineata. I disturbi del sonno consistono essenzialmente nella desincronizzazione permanente tra i ritmi circadiani (ossia dei ritmi biologici che governano uomini, animali e piante), le fasi di attività e di riposo e le abitudini sociali. Le lamentele per disturbi del sonno si presentano, in occasione di esami clinici, con una frequenza globale del 25-30% dei lavoratori turnisti e riguardano sia le difficoltà di assopimento, sia i risvegli precoci. Le dissomnie sono associate ad altri disturbi in circa la metà dei casi di intolleranza al lavoro a turni. Ciò fa pensare che la dissomnia sia il segno patologico primario della desincronizzazione dei ritmi circadiani e delle fasi di attività e di riposo.



Sempre in tema di lavoro a turni o meglio, di lavoro notturno, secondo la Iarc - International Agency for Research on Cancer (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), lavorare di notte non solo sarebbe stancante, ma aumenterebbe anche il rischio di tumori; tumore al seno per la donna, alla prostata per l'uomo.


Tra i privilegi più "soft", va sottolineato che il lavoro a turni, anche a causa del prolungarsi nei giorni del fine settimana e nei giorni festivi provoca un sentimento di esclusione dalla comunità, la non partecipazione alla vita sociale e alle responsabilità collettive; lo sfasamento degli orari di lavoro dei membri di una stessa famiglia accresce le difficoltà di incontro e la stessa organizzazione della vita comune (16).

Lo stress ed il disagio lavorativo, in particolar modo, dei precari che nel corso degli anni, sono diventati maggioranza tra le qualifiche maggiormente esposte, rappresenta un’altra insidia per la salute dei lavoratori; tra l'altro lo stress può essere causa d'infarto.
L’insicurezza del posto di lavoro (che per i precari di Alitalia durava anche 10 anni) i livelli estremamente elevati delle richieste che vengono avanzati al lavoratore, un aumento generalizzato del livello di stress legato all’attività lavorativa, conflitti di ruolo, il cambiamento repentino nell’organizzazione, una politica del personale carente, valori comuni insufficienti, scarsa qualità del rapporto tra il personale e la direzione ed un basso livello di soddisfazione nei confronti della leadership, rappresentano fattori suscettibili di aumentare la probabilità di mobbing (17).
Al rischio di mobbing vanno poi associati atti di aggressività o di violenza che possono presentarsi sotto forma di comportamenti incivili, mancanza di rispetto per gli altri, aggressioni fisiche o verbali con intento lesivo, violenza personale con intento nocivo. Se i singoli atti di violenza non sono prevedibili, lo sono le situazioni in cui tali atti hanno probabilità di verificarsi; è infatti possibile individuare i più comuni fattori di rischio cui sono esposti i lavoratori; tra questi vi sono ad esempio organizzazioni che presentano una cattiva gestione, in quanto questo fatto può aumentare l'aggressività nei clienti; ad esempio gli errori di fatturazione, prodotti non conformi alle descrizioni fornite, magazzino o personale carente; la manipolazione di merci, denaro contante e oggetti di valore, lavori svolti in condizioni di isolamento, lavori d'ispezione, di controllo ed in generale funzioni che comportano esercizio d'‘autorità, etc.(18).
Tra i sintomi troviamo disturbi del sonno, disturbi d’ansia, depressione, incapacità di concentrarsi, irritabilità, problemi relazionali con la famiglia, esaurimento psicofisico, problemi alla schiena, disturbi cardiaci, ulcere peptiche, ipertensione, sistema immunitario deficitario (19).


(1) Il Sole 24 Ore Plus, 5 novembre 2005
(2) CCNL Personale di terra (Assaeroporti) del 11/07/200. Attività usuranti: La Commissione dovrà individuare l'Istituto universitario qualificato in materia di medicina del lavoro a cui affidare lo studio indicato entro novembre 2001. Lo studio dovrà essere completato entro 12 mesi dall'affidamento.
(3) CCNL Personale di terra (Assaeroporti) del 16/03/1999. Attività usuranti: Le parti… convengono di affidare a un Istituto Universitario qualificato in materia di Medicina del Lavoro, identificato di comune intesa, uno studio, da completarsi entro 12 mesi, volto…a valutare, nell'ambito delle attività di "Rampa", la presenza di figure professionali suscettibili di tutela.
(4)
D.Lgs. 276/03 art.6 comma 3 sono altresì autorizzati allo svolgimento all’attività di intermediazione le associazioni dei datori di lavoro e prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative che siano firmatarie di contratti collettivi nazionali…
(5) Maria Luisa Clementi Tempo Medico n.780
(6)
Hans-Horst Konkolewsky, Direttore dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute, SETTIMANA EUROPEA 2005
(7) Provvedimento del Ministero dell’Ambiente e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 21 dicembre 2000
(8) http://www.architetturaesostenibilita.it/Radon.htm
(9) INAIL, circolare n 81 del 27 dicembre 2000
(10) INAIL, circolare n 25 del 15 aprile 2004
(11) Decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 14 gennaio 2008
(12) La movimentazione manuale dei carichi - COORDINAMENTO TECNICO PER LA PREVENZIONE DEGLI ASSESSORATI ALLA SANITÀ DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO - Decreto Legislativo n° 626/94 - D O C U M E N T O N°14 - LINEE GUIDA SU TITOLO V
(13) “Affezioni muscoloscheletriche da sovraccarico biomeccanico in addetti a movimentazione manuale carichi: il caso delle società di esercizi aeroportuali” del Dott. Edoardo Bai e Dott.ssa Veronica Dini
(14) Il Sole 24 Ore - 08 Settembre 2004
(15) Rivista Italiana Difesa n. 1/1996
(17) http://medicinalavoro.uniss.it/
(17) Agenzia europea per la sicurezza e la salute facts 23
(18) Agenzia europea per la sicurezza e la salute facts 24
(19) Agenzia europea per la sicurezza e la salute

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