domenica 30 novembre 2008

AGILAVORO: INTERINALE MADE IN CISL?

L'appetito vien mangiando e così il buon Bonanni, non pago della partecipazione della CISL in Obiettivo Lavoro e dei brillanti risultati ottenuti in Abruzzo e Molise da IAL-CISL (soldi per la formazione spesi per acquistare Mercedes, lavoratori non pagati e milioni spariti nel nulla), diversifica ulteriormente le attività della sigla, facendosi promotore assieme al segretario confederale Giorgio Santini, di AgiLavoro.
11 lug. (Adnkronos/Labitalia) - "Un'agenzia per orientare al meglio i giovani alla ricerca di un lavoro, aiutarli a redigere un curriculum appropriato, effettuare il bilancio delle competenze e, soprattutto, in grado di incrociare efficacemente domanda e offerta di lavoro. E' 'AgiLavoro', l'Agenzia per il lavoro che la Cisl varera' a settembre.
''AgiLavoro - spiega a LABITALIA Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl, grande promotore insieme al segretario generale Bonanni dell'iniziativa - nasce come agenzia del lavoro, come previsto dal decreto 276 del 2003 (la cosiddetta legge Biagi, ndr) e come gia' hanno sperimentato organizzazioni come la Confindustria''.
Ai primi di settembre, aprira' la sede nazionale, immediatamente seguita da 5-6 sedi regionali. Il presidente dell'Agenzia e' Giorgio Caprioli, per anni alla guida della Fim, la confederazione dei metalmeccanici della Cisl."


Dallo statuto di AgiLavoro Srl troviamo che:

"Articolo 2) -La società ha per oggetto l'attività di intermediazione fra domanda ed offerta di lavoro, ai sensi dell'art. 2, comma 1, lett. b) del D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276, e successive modifiche ed integrazioni, comprensiva tra le altre delle seguenti attività: mediazione tra domanda e offerta di lavoro, anche in relazione all'inserimento lavorativo dei disabili e dei gruppi di lavoratori svantaggiati; raccolta dei curricula dei potenziali lavoratori; preselezione e costituzione di relativa banca dati; promozione e gestione dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro; effettuazione, su richiesta del committente, di tutte le comunicazioni conseguenti alle assunzioni avvenute a seguito della attività di intermediazione; orientamento professionale; progettazione ed erogazione di attività formative finalizzate all'inserimento lavorativo; esercizio di servizi pubblici per l'impiego, in regime di raccordo, convenzione o cooperazione con le competenti amministrazioni pubbliche.


La Società potrà svolgere, non in via prevalente e senza rivolgersi al pubblico, nel rispetto delle inderogabili norme di legge, qualunque attività commerciale ed industriale, finanziaria, mobiliare ed immobiliare strettamente strumentale al conseguimento dell'oggetto sociale, ivi comprese la stipulazione e l'esecuzione di operazioni bancarie in qualità di cliente di banche, le prestazioni di fideiussioni, avalli, pegni ed ipoteche anche a favore o per obbligazioni di terzi, l'assunzione diinteressenze e partecipazioni sotto qualsiasi forma in altre imprese e società od enti con oggetto uguale, affine o complementare al proprio e l'adesione ad eventuali consorzi per attività imprenditoriali in genere e ad associazioni in partecipazione."

Il sindacato, non dovrebbe/potrebbe semplicemente tutelare i lavoratori? Il collocamento, cioè l'intermediazione di lavoro, di lavoratori, di vite umane da cui dipendono altre vite umane, è questione molto, troppo delicata e viste le condizioni dei lavoratori italiani con stipendi bassi, precariato, continua perdita di posti di lavoro, sarebbe opportuno che i sindacati non disperdessero le risorse.
Andrebbe fatta poi, in generale, una riflessione su cosa possa implicare una gestione privata del mercato del lavoro in un Paese dove il lavoro manca e precariato, corruzione e clientelismo dilagano e gli effetti che ciò possa avere sulla sicurezza, sulla democrazia in generale e quella sindacale in particolare.

A CHE COSA SERVE IL SINDACATO?




CISL ed UIL sono tra i firmatari del "Patto per l'Italia" che indebolisce i diritti dei lavoratori ma amplia le attribuzioni e le attività dei sindacati; ampliamento che prescinde dalla reale forza rappresentativa dei sindacati e risulta essere un innaturale, generoso e disinteressato (?) riconoscimento da parte della politica.


L'eventuale perdita di consensi conseguente all'adesione al Patto viene accettata perché compensata dal riconoscimento del ruolo di interlocutore ufficiale del Governo e, con meccanismo analogo, delle aziende, esattamente l'opposto di un vero sindacato che dovrebbe trarre la propria forza dal consenso dei lavoratori e non da riconoscimenti formali e burocratici; questo è anche il caso del mancato riconoscimento parte delle aziende, delle rappresentanze sindacali che non firmano i contratti collettivi; per essere riconosciuti infatti bisogna sottoscrivere qualsiasi cosa venga imposta nei contratti collettivi e "qualcuno, pur essere riconosciuto, magari in posizione di monopolio, è stato così "generoso" nei confronti delle aziende che le conseguenze (le condizioni socio-economihce dei lavoratori e dei precari in particolare) sono sotto gli occhi di tutti.


Il Patto per l'Italia ha come conseguenza la cosidetta "Legge (pseudo) Biagi" che si compone della Legge 30 - ("Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro") con la quale si revisionava la disciplina dei servizi pubblici e privati per l’impiego ed interveniva in materia di intermediazione e interposizione privata nella somministrazione di lavoro, di "tre decreti di attuazione che, tra di loro sommati, superano di gran lunga i 100 articoli, nonchè di una miriade di regolamenti e circolari amministrative"(2): alla faccia della semplificazione.


Tra i decreti troviamo il Decreto Legislativo 276 del 10 settembre 2003 che "organizza e disciplina del mercato del lavoro" e all'articolo 6 (Regimi particolari di autorizzazione) comma 3 troviamo che "Sono altresì autorizzate allo svolgimento della attività di intermediazione le associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative che siano firmatarie di contratti collettivi nazionali di lavoro..."; in pratica le organizzazioni sindacali firmatarie di contratti collettivi (oramai peggiorativi) possono "intermediare" lavoratori; il sindacato passa dal ruolo di difesa e tutela dei lavoratori a mercante di lavoratori perchè l'intermediazione di lavoro sotanzialmente questo è: mercato di persone, delle loro vite e della loro dignità.

A questo punto non si può non dare un'occhiata alla società Obiettivo Lavoro che, "costituita in forma di Società cooperativa, inizia ad operare alla fine del 1997, l'anno di approvazione del 'pacchetto Treu' che introduce in Italia il lavoro interinale.
E' fra le prime ad essere autorizzata all'attività (Autorizzazione Ministeriale n. 9), segno di uno start-up estremamente tempestivo e quindi, a monte di esso, di una volontà imprenditoriale coesa e comune fra le grandi organizzazioni sociali.

I
Soci fondatori sono in primis le tre grandi filiere dell'economia sociale: Legacoop, Compagnia delle Opere, Confcooperative; insieme ad esse Cisl, Uil e numerosi altri soggetti tra i quali Cna, Confesercenti, le Ascom di Confcommercio (le Acli si aggiungeranno poi nel 2000).
Il corpo sociale supera in breve le 400 unità.

In un mercato in rapidissima espansione, OL si attesta subito al primo posto fra le Società italiane del settore.
Gli investimenti per lo sviluppo vengono sostenuti anche grazie all'apporto dei Soci che, attraverso le filiali 'domiciliate', offrono un contributo decisivo alla crescita ed alla redditività.
Dal 1 aprile 2003 Obiettivo Lavoro inizia ad operare come Società per Azioni, ed imposta un nuovo rapporto con i Soci attraverso la cooperativa O.L. Coop.
Viene impostato un percorso di significativo
aumento di capitale, che evolve la modalità di coinvolgimento sia di Legacoop (attraverso la società Tangram) che di Compagnia delle Opere (attraverso la società Omnium)."





Obiettivo Lavoro è “il più grande Gruppo italiano specializzato nella gestione delle risorse umane.”
Dal 1997 opera “a fianco delle Imprese nella gestione della flessibilità, attraverso il lavoro temporaneo prima e, dal 2003, mediante le ulteriori forme di collocamento previste dalla Legge Biagi.”
I numeri: un fatturato 2007 di 498 milioni di Euro; 7.865 Imprese clienti in portafoglio; oltre 500.000 lavoratori avviati in missione da inizio attività; 164 Filiali in tutto il Paese; 8 Società e 15 Filiali all'estero: Bucarest, Slatina e Iasi (Romania); Bratislava e Piestany (Slovacchia); Varsavia, Bialystok, Wroclaw, Katowice e Poznan (Polonia); Lugano (Svizzera); Rio de Janeiro e San Paolo (Brasile); Arequipa e Lima (Perù).


Il meccanismo devono averlo capito bene in casa CISL dove il segretario generale Raffaele Bonanni assieme al segretario confederale della Giorgio Santini sono stati i promotori di AgiLavoro.

(1) http://dirittolavoro.altervista.org/patto_italia_fezzi.html

(2) Tratto da "Giù le mani dalla Legge Biagi", a cura di Renato Brunetta.